La storia della Città della quercia in una serie di video: 8 ragazze protagoniste di ‘Scopri il mondo a Rovereto’.
Protagoniste della seconda edizione del progetto, portato avanti dal Centro educativo interculturale Intercity ramblers dell’associazione Ubalda Bettini Girella, sono state otto ragazze di origini marocchine, tunisine e senegalesi, tutte tra i 13 ed i 19 anni: hanno collaborato alla realizzazione di 4 video promozionali ed illustrativi che raccontano la storia culturale, economica, sociale e urbanistica di Rovereto dal Medioevo alla modernità
ROVERETO. Una serie di video promozionali ed illustrativi per raccontare la storia culturale, economica, sociale e urbanistica di Rovereto, dal Medioevo alla modernità: sono otto giovani ragazze di origini marocchine, tunisine e senegalesi le protagoniste della seconda edizione di “Scopri il mondo a Rovereto”. Le giovani, tutte tra i 13 ed i 19 anni, hanno infatti realizzato 4 video per raccontare la Città della quercia, incentrati in particolare sul Centro storico tra Medioevo e la presenza Veneziana, su Santa Maria e la lavorazione della seta, sul 700 e ‘800 roveretani (Corso Bettini e il Teatro Zandonai) e sul rapporto tra Borgo Sacco ed il fiume Adige (Manifattura Tabacchi).
Il progetto, portato avanti dal Centro educativo interculturale Intercity Ramblers dell’Associazione Ubalda Bettini Girella, in collaborazione con l’associazione Quartiere solidale, la partnership dell’Apt Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, il finanziamento della Fondazione Caritro ed il contributo del Comune di Rovereto, si è concluso negli scorsi giorni. Nel corso dell’iniziativa le studentesse si sono dedicate allo studio e alla scoperta sul campo della città nella quale sono arrivati i loro genitori e in cui sono nate e vivono, con l’accompagnamento delle educatrici e di due guide turistiche dell’Apt. Il tutto in orario extra-scolastico.
I video, che saranno pubblicati sul sito dell’Azienda per il turismo, su quello del Comune di Rovereto e su quello dell’associazione Ubalda Bettini Girella, sono stati realizzati da un registra professionista e sono in italiano, inglese, francese, albanese e nelle lingue d’origine delle famiglie delle ragazze che si sono messe in gioco: l’arabo e l’urdu. I genitori sono stati i traduttori dei testi mentre le narratrici e presentatrici dei video sono le ragazze stesse.
Il progetto e la sua attuazione, dice l’associazione Ubalda Bettini Girella, nascono “dalla consapevolezza della necessità che, in tempi come questi, il lavoro educativo e sociale debba sconfinare nella cultura e nell’arte, con processi che si inseriscano nella rigenerazione urbana e sociale, contribuendo allo sviluppo della qualità della convivenza e della vita della comunità”.
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